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Verso un’Architettura … Mediterranea
…“Geometria che parla, architettura che dalle sue pareti lascia trasparire una vita, un canto. Ecco le caratteristiche dell’architettura mediterranea, dello spirito mediterraneo…Ecco un’eredità che ignoriamo o vogliamo ignorare troppo spesso noi italiani, un patrimonio che abbiamo custodito in un archivio qualunque, e del quale ce ne siamo dimenticati come di un certificato che abbia solo valore di storia. Un patrimonio, che scoperto dai Gropius, dai Le Corbusier, dai Mies van der Rohe è stato camuffato come una novità di sorgente nordica, come un’invenzione del secolo ventesimo.

E molti hanno creduto. E moltissimi hanno preso quel camuffamento per una vera novità, per una nuova legge solare. Senza accorgersi che a quella novità mancava la vita, mancava la parola, mancava il canto del mediterraneo.”…
Le parole sono quelle di Enrico Peressuti che dalle pagine della rivista Quadrante, nell’ormai lontano 1935, proponeva un’architettura razionalista italiana fondata su un concetto di mediterraneità inteso nello spirito e non solo nelle forme e nel folklore.
Su queste premesse nasce la progettazione della casa proposta in queste pagine; un piccola casa colonica completamente immersa tra gli alberi di ulivo. Il terreno di circa un ettaro, posto in agro di Manduria contrada Scorcora, è caratterizzato da un leggero pendio degradante verso il litorale tarantino sud orientale. La casa è posizionata nel punto del lotto che gode della migliore visuale dell’intorno: a sud verso il mare, a nord  verso le scoscese ricoperte di macchia mediterranea e punteggiate dai caratteristici trulli salentini e ad est verso la masseria fortificata, da cui il nome della contrada, esempio di una architettura rurale intrisa di quegli elementi che, seppur inconsapevolmente, rimandano ad un concetto di mediterraneità.

Su queste premesse nasce la progettazione della casa proposta in queste pagine; un piccola casa colonica completamente immersa tra gli alberi di ulivo. Il terreno di circa un ettaro, posto in agro di Manduria contrada Scorcora, è caratterizzato da un leggero pendio degradante verso il litorale tarantino sud orientale. La casa è posizionata nel punto del lotto che gode della migliore visuale dell’intorno: a sud verso il mare, a nord  verso le scoscese ricoperte di macchia mediterranea e punteggiate dai caratteristici trulli salentini e ad est verso la masseria fortificata, da cui il nome della contrada, esempio di una architettura rurale intrisa di quegli elementi che, seppur inconsapevolmente, rimandano ad un concetto di mediterraneità.
La composizione volumetrica della casa nasce dall’intersezioni di alcuni volumi semplici che ne determinano la complessità del corpo di fabbrica. I volumi in realtà nascondono la funzionalità interna della casa: l’ambiente pseudo-cupolato, che formalmente rimanda  alle costruzioni in pietra a secco, accoglie  l’ambiente soggiorno-pranzo; questo volume è intersecato a sud da un volume cilindrico destinato ad ingresso e a nord con la zona notte racchiusa in un parallelepipedo. Il corpo centrale si conclude nella parte superiore con una copertura in legno: un’altana che caratterizza il terrazzo destinato a solarium. L’appartamento risulta posizionato su un terrapieno naturale con ampio terrazzamento sul fronte sud prospettante vero l’orizzonte blu del mare. Questo spazio è destinato ai momenti di relax e puro ozio protetti dall’ombra del pergolato antistante. Nel piano interrato trovano posto gli ambienti più vicini alle attività contadine come il deposito per attrezzi e mezzi e la cantina.
Lo straordinario intorno della campagna costituisce uno degli elementi di scelta progettuale più forte, facendo nascere ambienti articolati in modo da inquadrare gli elementi significativi del paesaggio. Le aperture delle stanze sono le cornici per la vista del mare, della campagna e delle rilevanze architettoniche circostanti; il solarium un belvedere privato.
Se la composizione architettonica trae chiaramente ispirazione da quella architettura minore o popolare che è spesso viene definita dialettale (forte infatti è il segno vernacolare dei trulli pugliesi, “tende di pietra” monocellulari o raggruppate come per gemmazione, con tetto a falsa cupola costruita con lastre a secco e con forma a volta ogivale o a tronco di cono o a gradoni), la rivisitazione spaziale e funzionale, invece, è totalmente contemporanea secondo uno spirito di razionale modernità che trae origine da ciò che culturalmente più ci appartiene. 
L’edificio quindi è attento al contesto in cui viene inserito, ne interpreta i messaggi e si lascia plasmare dal paesaggio, diventa a sua volta generatore di spazio. Le forme sono pure, geometriche, ideali. Il filo diretto con la tradizione moderna è evidente e mai interrotto. Volumi liberi nello spazio che creano spazi di protezione e grande ariosità.

Per concludere questa piccola divagazione su un tema architettonico, forse presuntuosamente scomodato, riportiamo una descrizione fatta ancora da Enrico Peressuti che ci piacerebbe leggere come didascalia delle foto allegate:
…“Il sole di Biskra scolpisce nell’aria serena ritmi e ritmi: un rettangolo bianco, due finestre piccole, l’ombra di una trave su una parete. Più giù, un’ombra ancora, suggellata da una rigidità verticale, ha trovato rifugio in un altro rettangolo, scuro e fresco.

Fuori, del rettangolo bianco intonacato con semplicità, traspare una gioia di vivere, un entusiasmo sereno e spontaneo.
A destra e a sinistra, architetture di pareti bianche, rettangole o quadrate, orizzontali o verticali; architetture di vuoti e pieni di colore e forme, di geometria e proporzioni. Lontano qualche palma, un’oasi, l’orizzonte.”

Studio ABA
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